Afte: da dove vengono e come ce ne liberiamo

Perché spuntano le afte? Ci piacerebbe poter rispondere alla domanda, che riguarda una condizione comune a moltissime persone. Ma purtroppo, non siamo ancora in grado di dare una risposta. La causa delle afte, infatti, è ancora sconosciuta.

Di esse allora cosa sappiamo? Ovviamente che sono ulcere della bocca e che colpiscono moltissime persone, a tutte le età – anche se, purtroppo per il nostro amico, sono più comuni nei giovani. Sappiamo che il termine medico per indicarle è stomatite aftosa ricorrente, perché  si manifestano periodicamente. E sappiamo dove dove si localizzano, come si formano, e quali sono i fattori che ne favoriscono l’insorgenza. Quindi un po’ di cose le sappiamo, ma – come detto – non ne conosciamo la causa e quindi non disponiamo di una terapia. Tutti i prodotti in commercio o anche tutte le “terapie della nonna” hanno lo scopo di alleviare il dolore o di controllare il decorso delle ulcere, ma non sono in grado né di guarirle e né di prevenirle. Insomma, da questo punto di vista è una battaglia persa. Purtroppo.

Concentriamoci quindi su quello che sappiamo, e vediamo in quali parti della bocca si localizzano. Anzi, vediamo dove non le troveremo mai: sulle mucose non cheratinizzate, cioè sul palato e sulla gengiva aderente, la parte di gengiva più vicina ai denti. Ecco, lì non ci sono. Quindi se in queste zone appare un’ulcera, non è un’afta ma qualcosa di diverso che andrà indagato.

Un’altra cosa che sappiamo è che le afte non sono causate da infezioni acute, quindi non sono contagiose. Nella loro formazione è implicata l’attivazione del sistema immunitario cellulo-mediato. I fattori scatenanti possono quindi essere traumi locali, stress emotivo o fisiologico, allergia o sensibilità (per esempio al sodio laurilsolfato, che si trova nel dentifricio e nei prodotti per l’igiene orale, e in alimenti quali cannella, formaggio, frutta secca, agrumi, fichi o ananas). Altri fattori scatenanti delle afte possono essere l’esposizione a tossine (come i nitrati nell’acqua potabile), il ciclo mestruale o le alterazioni del microbioma orale.

Sebbene la stomatite aftosa ricorrente sia un’entità clinica ben definita, in alcuni casi è associata a malassorbimento, enteropatia o celiachia (che però c’è in meno del 5% dei casi ricorrenti di stomatite aftosa). Il 20% dei pazienti che soffrono di afte mostra carenze ematiche (quindi di ferro,di acido folico, di vitamina B6 e B12), anche in presenza di altre carenze (vitamina D, zinco o tiamina). La stomatite aftosa inoltre può essere una manifestazione di ulteriori condizioni: sindrome di Behçet, lupus eritematoso sistemico, artrite reattiva o malattia infiammatoria intestinale (soprattutto il morbo di Crohn). Pertanto, in pazienti che soffrono di afte, è buona cosa verificare la situazione per eventualmente escludere questi disturbi sistemici.

Ma quante persone soffrono di stomatite aftosa? I dati dicono il 20% della popolazione generale, con una leggera diffusione in più tra le donne e nelle classi sociali benestanti e nei paesi più evoluti dal punto di vista socioeconomico. Si possono manifestare già durante l’infanzia, ma più comunemente appaiono tra i dieci e i trent’anni di età, diventando meno comuni successivamente. Importante: sono più diffuse nei non fumatori e negli ex fumatori, e lo sono di meno in chi adotti buone pratiche di igiene orale.

Adesso vediamo come si manifestano le afte, e qual è la sintomatologia ad esse  associata. All’inizio può comparire bruciore, un giorno o due prima dell’inizio della formazione dell’ulcera. Di solito non dovrebbero esserci febbre, eruzione cutanea, mal di testa o linfoadenopatia: se presenti, la diagnosi di stomatite aftosa probabilmente non è corretta. E’ una diagnosi clinica e di solito non sono necessari test di laboratorio, sebbene test diagnostici possano essere presi in considerazione nei casi persistenti, gravi o ricorrenti.

Passiamo al trattamento, che come anticipato l’obiettivo di ridurre il dolore (consentendo un’adeguata idratazione e nutrizione), migliorare la guarigione e prevenire le recidive. Le opzioni disponibili riguardano per la maggior parte agenti topici, tra cui anestetici locali agenti di rivestimento o agenti occlusivi, antisettici agenti antinfiammatori, o anche il miele. Sono stati proposti anche trattamenti a base di erbe o essiccazione locale (come con tintura di benzoino) e cauterizzazione (come l’applicazione di nitrato d’argento). La terapia laser può essere efficace per casi gravi o ricorrenti. E senza dubbio, una buona igiene orale può prevenire le recidive.

Da non trascurare è anche l’integrazione alimentare con ferro, zinco o vitamine B1, B2, B6, B12 o C, che può essere utile in individui che ne siano carenti. Una dieta priva di glutine è importante chi sia celiaco. E adesso, passiamo alla pratica, con dieci suggerimenti importanti per chi soffra di stomatite aftosa ricorrente.

  • Mantieni un buon livello di igiene orale, specialmente nelle sedi vicine all’afta: è importante per la guarigione.
  • Se hai afte in fase attiva evita cibi caldi, salati, acidi o piccanti. Evita anche il superlavoro, situazioni di stress, stanchezza estrema e insonnia.
  • Conduci una vita regolare e sana con una dieta equilibrata, esercizio fisico e riposo: in questo modo potresti ridurre sensibilmente le recidive di stomatite aftosa ricorrente.
  • Non applicare sulle afte creme o pomate a base di corticosteroidi per lunghi periodi. Ciò può portare allo sviluppo di candidosi orale, che poi richiederebbe l’assunzione di farmaci antifungini per controllare l’infezione da candida.
  • Se oltre alle afte sei affetto da malattie sistemiche come diabete mellito, malattie del fegato o dei reni, celiachia o malattie infiammatorie intestinali, fatti seguire da un’equipe di medici specialisti.
  • Il trattamento della stomatite aftosa ricorrente deve essere adattato a ciascun paziente su base individuale: i suoi obiettivi principali sono ridurre i sintomi, diminuire il numero e le dimensioni delle ulcere e aumentare i periodi liberi dalla loro presenza. Questo significa: fai quello che ti dice il tuo medico di fiducia, e non seguire consigli di amici e colleghi. E non interpellare il dottor Google, che non è laureato in medicina.
  • A oggi, i corticosteroidi sono i principali farmaci per il trattamento delle afte. Le ulcere lievi e moderate possono essere risolte con un trattamento topico adeguato, invece le lesioni gravi possono richiedere un trattamento sistemico, prescritto da uno specialista.
  • Se soffri di stomatite aftosa ricorrente, è importante che tu faccia un prelievo del sangue per valutare l’emocromo completo, gli autoanticorpi sierici e i livelli ematici di omocisteina: ciò serve per escludere la presenza di anemia, di positività degli autoanticorpi sierici, deficienze ematologiche e iperomocisteinemia.
  • Se hai carenze nutrizionali, l’integrazione di ferro, zinco, acido folico e vitamina B1, B2, B6 e B12 può provocare la remissione parziale o completa della stomatite aftosa.

E infine, se non hai sintomi, fatti visitare periodicamente fino alla scomparsa delle recidive per almeno un anno.

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