Il collutorio aiuta a contrastare il Covid-19? Ep.1

In questo episodio proviamo a rispondere a una domanda: ma il colluttorio può fare qualcosa contro il Covid-19?

In una sua conferenza stampa poi divenuta piuttosto nota, Donald Trump suggeriva di iniettarsi disinfettanti per debellare le infezioni da Coronavirus. L’ex presidente americano basava la propria idea sul fatto che i disinfettanti stessi contengono la clorexidina, un antisettico di cui parleremo tra poco.

L’’idea di iniettarsi un disinfettante apparirebbe impraticabile anche a un bimbo di sei anni, e quindi lasciamo il suggerimento di Trump agli annali che racconteranno ai prossimi la sua presidenza. Partiamo però da quella conferenza stampa per dire che da ormai un anno a oggi, cioè da quando è entrato come un bulldozer nelle nostre vite, sul Coronavirus si è letto di tutto, e di quel tutto una parte entrava direttamente nella categoria sempre più ampia delle fake news. Ma un’altra parte è invece da considerare come un’ipotesi di conoscenza su cui è necessario far luce, senza scartarla a priori. Una di queste ipotesi riguarda l’azione dei colluttori contro il Covid-19.

Da dove nasce l’idea? Dal fatto che il Coronavirus entra nel nostro organismo attraverso il naso o la bocca (o entrambi). Inevitabilmente, una parte della ricerca scientifica si è da subito dedicata alla messa a punto di prodotti che potessero fare da barriera all’ingresso del virus attraverso quei due organi. Il risultato? L’arrivo sul mercato di spray per il naso e collutori anticovid. Ma funzionano? E quanto?

Se la risposta più immediata, visto il progredire delle infezioni, è un no, quella più meditata e realistica deve essere “non lo sappiamo”. A oggi nella letteratura scientifica internazionale non sono stati ancora pubblicati studi clinici che abbiano dimostrato l’efficacia di quegli spray e colluttori. Quando la letteratura scientifica non dà risposte, siano esse positive o negative, la risposta deve necessariamente essere, come detto, “non lo sappiamo”.

Stando ai colluttori, che riguardano da vicino gli argomenti di cui ti parla Addenta la salute, sui siti internet di note aziende che trattano prodotti per l’igiene orale, puoi leggere affermazioni come:

Un test clinico eseguito pre-proceduralmente su pazienti positivi al COVID-19 ha dimostrato che alcuni collutori con cloruro di cetilpiridinio (CPC) più zinco, perossido di idrogeno o clorexidina riducono significativamente la carica virale nella bocca fino a 30-60 minuti dopo l’uso.

Oppure come queste:

“Test preliminari di laboratorio condotti in laboratori indipendenti negli USA ed esaminati da autorevoli esperti internazionali hanno confermato che un collutorio dotato di tecnologia a base di Cetilpiridinio Cloruro (CPC), riduce del 99.9% la carica virale del SARS-CoV-2, il virus che causa la sindrome COVID-19, dopo 30 secondi di contatto.”

In base a quanto si legge, quindi, Il CPC sembra essere il principio attivo in grado di prevenire l’infezione da Covid-19. E’ davvero così? Una risposta si può trovare nella letteratura scientifica in argomento. In generale, i collutori antisettici vengono ampiamente utilizzati come misura standard di disinfezione del cavo orale prima delle terapie odontoiatriche di routine, e soprattutto in fase preoperatoria. E’ dimostrato che questi collutori giochino un ruolo essenziale nella riduzione del numero di microrganismi nel cavo orale. Recenti pubblicazioni hanno suggerito che il risciacquo del cavo orale può controllare e ridurre il rischio di trasmissione della SARS-CoV-2, cioè dell’infezione che determina il Covid-19.

Però, attenzione: hanno suggerito. Le prove specifiche della sicurezza e dell’efficacia dell’uso di collutori antisettici nei pazienti positivi al COVID-19 non sono certe. Ci sono alcuni dati, riportati da una revisione delle attuali raccomandazioni sull’uso dei collutori contro la pandemia COVID-19.

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